Superpoteri e subumani
A sei mesi dall’entrata in vigore del pacchetto sicurezza, le ordinanze creative, ovvero i poteri speciali attribuiti ai sindaci e ai prefetti da Roberto Maroni, volti a salvaguardare l’incolumità pubblica e offrire maggiore sicurezza ai cittadini, continuano a regolamentare sempre di più la vita di chi sfortunatamente vive in uno stivale già reso puzzolente da oltre 60 mila leggi (contro le circa 5.000 della Francia ad esempio).
Evidentemente queste non bastano a garantire la “legalità” in un paese “civile” e “democratico”, evidentemente non basta nemmeno la militarizzazione dei comuni che il ministro ritiene a rischio. Evidentemente l’immutabile carattere dello Stato spinge ancora una volta verso il controllo totale dell’individuo fino all’ artificiosa mutazione
dei suoi normali istinti, comportamenti e aspirazioni.
Anziché insorgere contro chi reprime con multe salatissime(da 50 a 600 euro) gli atti più naturali di un essere umano, in nome della sicurezza e del pubblico decoro, il cittadino modello cerca di nascondersi strisciando nella valle dei divieti e mimetizzandosi nell’uniformità dei comportamenti, facendo attenzione a camminare in fila e a non uscire fuori dalla riga.
Da quanto si evince dalle motivazioni che hanno spinto i sindaci di tutta Italia ad avvalersi dei poteri speciali, oltre allo storico connubio economia-potere che da sempre ha corrotto anche anime più pure da destra a sinistra, appare chiaro che, per lo stato e i suoi podestà, camminare in fila sia una prerogativa rispettabile solo per gli italiani che tentano di condurre una vita dedita al produci-consuma-crepa tanto caro all’alta società capitalista contemporanea.
Infatti, le misure prese in ambito di ordine, pubblico decoro, degrado urbano e abusivismo vanno a colpire tutti coloro che, resi precari in ogni aspetto della propria vita da leggi discriminatorie, sono costretti nella cosidetta illegalità, per tirar a campare. E’ così che una nuova linea di demarcazione tronca l’utopia democratica dividendo gli inclusi dagli emarginati, gli italiani dagli stranieri, i regolari dagli irregolari, i ricchi dai poveri, istituzionalizzando quello che era già evidente e cioè che non solo la legge non è uguale per tutti, ma che il più forte ha il dovere di schiacciare il più debole.
Evidentemente queste non bastano a garantire la “legalità” in un paese “civile” e “democratico”, evidentemente non basta nemmeno la militarizzazione dei comuni che il ministro ritiene a rischio. Evidentemente l’immutabile carattere dello Stato spinge ancora una volta verso il controllo totale dell’individuo fino all’ artificiosa mutazione
dei suoi normali istinti, comportamenti e aspirazioni.
Anziché insorgere contro chi reprime con multe salatissime(da 50 a 600 euro) gli atti più naturali di un essere umano, in nome della sicurezza e del pubblico decoro, il cittadino modello cerca di nascondersi strisciando nella valle dei divieti e mimetizzandosi nell’uniformità dei comportamenti, facendo attenzione a camminare in fila e a non uscire fuori dalla riga.
Da quanto si evince dalle motivazioni che hanno spinto i sindaci di tutta Italia ad avvalersi dei poteri speciali, oltre allo storico connubio economia-potere che da sempre ha corrotto anche anime più pure da destra a sinistra, appare chiaro che, per lo stato e i suoi podestà, camminare in fila sia una prerogativa rispettabile solo per gli italiani che tentano di condurre una vita dedita al produci-consuma-crepa tanto caro all’alta società capitalista contemporanea.
Infatti, le misure prese in ambito di ordine, pubblico decoro, degrado urbano e abusivismo vanno a colpire tutti coloro che, resi precari in ogni aspetto della propria vita da leggi discriminatorie, sono costretti nella cosidetta illegalità, per tirar a campare. E’ così che una nuova linea di demarcazione tronca l’utopia democratica dividendo gli inclusi dagli emarginati, gli italiani dagli stranieri, i regolari dagli irregolari, i ricchi dai poveri, istituzionalizzando quello che era già evidente e cioè che non solo la legge non è uguale per tutti, ma che il più forte ha il dovere di schiacciare il più debole.
Ma questo non è ancora abbastanza, il controllo, per essere totale, deve essere capillare fino al paradosso e quindi, per garantire una sicurezza assoluta, quale modo migliore se non ridurre in cattività l’individuo: addomesticarlo, insegnargli a riportare il bastone, a fare i bisognini sul terriccio, ma anche a sedersi e a dare la zampa a comando. Da quanto deduciamo dallo studio di “Cittalia” della fondazione A.N.C.I., da Luglio scorso molto è cambiato. L’anno scorso la maggior parte dei divieti riguardava la prostituzione, l’abusivismo e la contraffazione, invece adesso riguardano soprattutto i giovani, le loro serate ad alto tasso alcolico e la voglia di tirar tardi in piazza più o meno rumorosamente, passando dalle scritte sui muri ai divieti di vendita alcolici agli under 16, finendo con il vandalismo.
Questo dimostra che, archiviato il “problema straniero” tra le sbarre, gli obiettivi da punire, manu militare, non sono solo prostitute e barboni, considerati alla stregua di oggetto d’arredamento urbano, ma anche i giovani. I ragazzi devono esser repressi anche nella loro esuberanza e nell’espansività che caratterizza l‘adolescenza altrimenti potrebbero diventare una minaccia al quieto vivere. Il discorso diviene grottesco e si stenta a crederci, ma le ordinanze disumanizzanti continuano a fioccare con i soliti pretesti rasentando le psicosi, ad esempio, intrattenersi in più di tre, in un parco a Novara, potrebbe costare una notte “da Aldrovandi”. Nella totale indifferenza perfettamente collocata nel clima asolidale del “reciproco sospetto” Pierciro Galeone, dei centri studi dell’Anci, ne teorizza l’attuazione commentando che “finalmente ci si è resi conto che esiste un collegamento tra degrado urbano e l’aumento della criminalità”…
È il nord guarda caso, roccaforte dell’ormai consolidata e omonima Lega, a guidare la classifica delle emissioni delle ordinanze, circa il 44% delle totali ordinanze emesse. I sindaci leghisti: Miatello, Tosi, Candiani, Giordano e compagnia brutta, sguinzagliati e legittimati dall’entrata in vigore del pacchetto sicurezza, hanno sin da subito cercato di emanare le ordinanze più razziste e di impiantare sul territorio quel delirio che ha il nome di ronda, utile a farle rispettare nel più militaresco e fascista ordine, fortunatamente fino ad ora, con scarso successo.
È il nord guarda caso, roccaforte dell’ormai consolidata e omonima Lega, a guidare la classifica delle emissioni delle ordinanze, circa il 44% delle totali ordinanze emesse. I sindaci leghisti: Miatello, Tosi, Candiani, Giordano e compagnia brutta, sguinzagliati e legittimati dall’entrata in vigore del pacchetto sicurezza, hanno sin da subito cercato di emanare le ordinanze più razziste e di impiantare sul territorio quel delirio che ha il nome di ronda, utile a farle rispettare nel più militaresco e fascista ordine, fortunatamente fino ad ora, con scarso successo.
La regola è sempre la stessa, la tattica è subdola e meschina, cosi come per le merci, anche per le leggi lo stato si avvale di ogni apparato mediatico in suo possesso per creare bisogni fittizi e giustificare l’estensione del controllo facendo sì che si crei diffidenza verso lo straniero, verso il diverso. Sta a tutti noi demistificare questa tendenza e ribellarci, perché è già troppo tardi; non solo una birra fuori orario può renderci fuori legge, ma ormai basta avere delle idee proprie per meritare l’annientamento.
PS. Alcuni eloquenti esempi di ordinanze emesse dai sindaci sono raccolte in una tabella dell’opuscolo “Istigazione a delinquere”.