In alto mare…

In alto mare…

E’ la solidarietà che ci mantiene liberi, anche se imprigionati. L’oblio, al contrario, è una forma di morte per il prigioniero, visto che i giorni non trascorrono come dovrebbero, ma s’impoveriscono, divengono più piccoli e si svuotano di qualsiasi contenuto.”

(Prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco)

Il continuo passare del tempo scandisce ogni giorno lo scorrere delle nostre vite al servizio dei propri  futili interessi: il proprio lavoro, l’arricchimento personale, i propri sentimenti, l’affermazione personale e così via….
Quando qualcuno o qualcosa intralcia il nostro cammino emettiamo qualche flebile lamentela e poi passiamo oltre, rassicurati dalla nostra stessa impotenza. D’altronde uno sguardo posto oltre il nostro giardino, potrebbe costringerci a vedere che è la nostra indifferenza ad armare gli aerei che bombardano il popolo nemico, che è il nostro menefreghismo che uccide gli stranieri che entrano nel nostro paese, che è la nostra cecità ad alimentare una guerra tra poveri ormai sempre meno strisciante. E’ sempre la nostra quiescenza ad alimentare la disoccupazione, a compromettere la nostra istruzione a  distruggere il nostro ambiente, ad avvelenare aria, terra e acque, ad impoverire le nostre tasche ed il nostro cervello.

Qualche sciocco crede ancora che basti qualche protesta, qualche firma su un pezzo di carta, qualche crocetta su una scheda per salvarci dal baratro in cui inevitabilmente cadiamo. Qualcuno, che si sente più furbo; addossa la colpa ai rappresentanti delle istituzioni, scaricando via ogni responsabilità. Ma se le istituzioni funzionano come perfetta mente che dirige le operazioni, la nostra inattività non fa altro che renderci valide braccia al suo servizio.
Quando qualcuno esce fuori dagli schemi prestabiliti, spezzando il vile ciclo dell’indifferenza con una solidarietà materiale fatta di azioni dirette, diventa immediatamente bersaglio della vendetta statale. E’ il caso degli anarchici del Fuoriluogo di Bologna o degli studenti di Firenze accusati di essere delinquenti per aver osato indicare chi  è che procura a tutti schiavitù e lutti. Bastano proteste ed imbrattamenti per guadagnare anni di carcere esattamente come succede in Tunisia, Egitto, Siria…
Nonostante gli intenti e le idee siano ormai sufficienti motivi per essere considerati socialmente pericolosi, non abbiamo paura di attestare la nostra solidarietà a tutti i compagni inquisiti, di contribuire, in diverse forme, al loro sostegno e di solidarizzare con loro.

Gli unici terroristi, socialmente pericolosi, sappiamo bene dove si trovano, li vediamo puntualmente sugli schermi televisivi o ad affollati comizi elettorali. Sono loro che davvero delinquono ogni giorno, portando guerra e sfruttamento in tutto il mondo, con il beneplacito di chi, ormai privo di senso critico, li sostiene con convinzione.

L’unico crimine che perpetriamo è la libertà!

 

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