Cronache di CATA(to)NIA

Lo stato di torpore che attraversa la penisola diviene endemico sotto lo
stivale; una forma di patologia che attraversa le ossa, che percuote le menti e che condiziona la
nostra vita nelle sue profondità come in ogni futile aspetto esteriore. Non
c’è bisogno di dottori per capire che siamo malati, lo stato catatonico in cui
versiamo risulta palese a qualsiasi occhio critico, questi i sintomi. Caratterizzata
da rigidità plastica, porta a una diminuzione notevole dei movimenti, di un
muscolo o dell’intero corpo, arrivando spesso alla paralisi vera e propria (acinesia),
mutismo,
ma con una relativa conservazione della coscienza di sé  nonostante una notevole diminuzione dell’attenzione
e della comprensione
(stupor),
manierismi, ripetizione automatica di parole (ecolalia) o frasi ripetute
ininterrottamente a disco rotto. In altre parole è uno stato passivo,
che non reagisce agli stimoli esterni. Sicuramente pre-esiste alla nostra
nascita ma piùcchealtro tutto lascia intendere che continuerà ad esistere anche
dopo la nostra morte. Registrare ogni sussulto del malato terminale potrebbe
aiutarci a intervenire per salvarlo o a prendere la decisione di staccargli la
spina. Qui gli avvenimenti che riguardano il moribondo, a voi in coscienza
l’ardua sentenza.

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